mercoledì 12 marzo 2008

l'educazione cinematografica delle fanciulle


no, non avevo mai visto frankenstein jr. prima di un mese fa, e no, mai, mai, un film con lino banfi, nonostante i miei natali.
ma a sette anni con la mano a mezz'aria in un movimento mai compiuto, fui rapita da una scena di amadeus di milos forman.
zio alessandro, lo zio comunista che portava me mia sorella e mia cugina al mare sul gargano e nel tragitto ci insegnava bandiera rossa, canzone che al ritorno a casa poi cantavamo a squarciagola con lo scopo di far arrabbiare mio padre, che quella canzone no, proprio no. zio alessandro, dicevo, ci portava anche al cinema, sempre me mia sorella e mia cugina sua figlia. che gli altri nipoti e figli erano ancora troppo piccoli.
arrampicata sulle poltroncine rosse del cinema scorpion ho visto kim basinger e mickey rourke appassionarsi per 9 lunghe e talvolta complicate settimane e 1/2, ho tifato per i 101 dalmata pur subendo il fascino di crudelia demon, ho sperato che fosse femmina con monicelli.
conseguentemente, mi sono annoiata con la storia infinita 2, nel cinema porno che di giorno diventava un rispettabilissimo asilo per scolaresche.
a casa, poi, la domenica mattina guardavo l'attimo fuggente con mia madre. in una gara ad anticipare i dialoghi.
al cinema da grande sono rimasta fuori dalla porta di una relazione privata, a ringraziare il fidanzato paziente che era con me. lo stesso fidanzato al quale non ho poi restituito la gentilezza, quando ha avuto la febbre da cavallo. 2.
a ventisette anni ho scoperto che eccezziunale veramente è eccezziunale veramente.
non guardo lo stesso film più volte, quasi mai.
e lascio che una ragazzetta francese mi cambi davvero la vita, ricongiungendo due amici che si erano persi negli anni e guadagnandone uno per me.
rubo il nick a una cameriera, pazza persa per uno scrittore.
sogno.

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