Quand'ero 6/7enne credevo che correvo, veloce, ma molto veloce. Sostenevo velocità. In realtà già all'asilo correvo contro Stefano Bifani. Veloce. Poi all'elementari ci trovai i Giochi della Gioventù. E allora si correva per davvero. E mi allenai e corsi 50m in 6.06". E cazzo, se quando sei 6/7enne corrì 50m in 6.06", ne fai 100m in 12.12", è già bene. Credetti. Ero veloce, ma non così. Poi ci fu la scena madre: la gara, i 50m piani veri - ai vostri posti - senza i blocchi di partenza - boom - Uno, due tre, quattro, cinque, sei, settemetri e caddi. E spaesato mi rialzai, alzai gli occhi, corsi. Veloce, ma molto veloce. E fui Eroe. E diventai il piccolo Speedy Gonzales, la banale fantasia dell'epoca è tale alla nostra, i nomignoli al massimo arrivarono a Mennea jr forse. Per poco, poi ancora le medie, più difficile. Ma lì scoprii che saltavo, ero non più di un 1,50m d'altezza, credo, ma fluttuai 68cm di elevazione che mi permise nel futuro di vincere pizza margherita per scommessa saltando su muretti a piedi uniti senza rincorsa.
lunedì 19 maggio 2008
Credevo che correvo, credevo che saltavo.
Pubblicato da Gianluca C. alle 11:29
Etichette: Amarcord, El Padrino
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2 commenti:
minchia...
Ho un sacchetto di medaglie in regalo, in cambio di una pizza.
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